Camillo Langone

Questo articolo è un controsenso: non leggetelo.

Samantha-CristoforettiFai conto di essere ai giardinetti e c’è un bambino che continua, continua, continua a rompere i coglioni a tutti. Fa le boccacce, spinge le bambine, fa lo sgambetto ai bambini.
Ecco ora tu vai la’ e gli dici: “Smettila bambino di fare così, perché disturbi tutti gli altri che stanno cercando di giocare tranquillamente”. Bella mossa, adesso quel bambino si sente importante. Sente di avere un ruolo e che quel ruolo è il rompicoglioni. Il problema qui non è Camillo Langone che di professione fa questo, spinge le bambine giù dall’altalena e ride della sua forza, il problema è mio, tuo, di questo giornalista e di chiunque perda il suo tempo a spiegare e a parlare di questa persona e del suo atteggiamento. Perché così lo definisce e lo autorizza a definirsi come spaccamaroni chiassoso e ignorante.
Viviamo in un fatato momento storico in cui importa solo ricevere attenzione, non ci interessa più che tipo di attenzione, se buona o cattiva. Questa persona può scrivere sul Foglio perché ogni volta che scrive sul Foglio che le donne devono stare a casa e far figli, il Foglio riceve duecentomila visite al sito. Ignoriamo le loffe in ascensore ed evitiamo di scriverci sopra. Tipo da adesso.
Il Foglio, giornalisticamente parlando, è una palude, una marana fognosa.
Lo sai tu, lo so io, chiunque con un minimo di senso critico legge il Foglio sapendo che non sta leggendo il punto di vista moderato ai fatti della quotidianità. Sta leggendo un allegro carrozzone di debosciati col patentino giornalistico che sparano in aria e ruttano articoli in faccia ai propri lettori. Sapendo questo, stupirsi del livello infimo che può raggiungere è abbastanza ingenuo. Pubblicizzarlo diventa pericoloso.